Partite di calcio, film, documentari e l’intera programmazione televisiva di molte emittenti: basta avere il software giusto e con Internet si possono vedere sullo schermo del computer anche eventi trasmessi a pagamento, in modo gratuito e nella piena legalità.
Ecco tutto quello che serve
Il Campionato del Mondo di calcio avrà, oltre ai record di ascolti e di nazioni collegate all’evento, anche un altro poco invidiabile primato: quello di essere il primo non trasmesso integralmente sulla Rai. La televisione di Stato ha infatti perso la gara per i diritti di messa in onda delle partite e, a eccezione di quelle della Nazionale (che sono protette per legge), sarà necessario rivolgersi a Sky per seguire integralmente Germania 2006. Chi vuole vedersi tutto ma proprio tutto il Mondiale è di fronte a una scelta obbligata: ovvero scegliere le trasmissioni satellitari. Per chi non è già abbonato a Sky, o non dispone dell’infrastruttura (la parabola e il decoder), il costo del servizio, il fastidio di doversi dotare di un nuovo apparecchio e d’installare la “padella” sul balcone rappresenteranno sicuramente un freno. Per fortuna esiste Internet, che mette a disposizione una serie di incredibili possibilità per chi non ha il satellite, e non vuole averlo, e addirittura per chi non ha la televisione.
Tutto in regolaSu Internet da anni c’è la possibilità di scaricare telefilm e serie televisive, oltre a film, sketch e brani selezionati dei programmi più noti: è sufficiente utilizzare i software peer to peer più conosciuti (eMule, per esempio) per trovare un’immensa disponibilità di file video tagliati ad arte e montati, spesso anche professionalmente, da comuni utenti. Si tratta però di operazioni illegali: il materiale che transita su questi canali è infatti protetto da copyright e i detentori dei diritti (le televisioni che trasmettono gli eventi e le società produttrici dei programmi) non sono certo contenti di questa “modalità di divulgazione”. Le trasmissioni Tv via Internet, invece, sono del tutto legali. I programmi non sono creati violando copyright o diritti, in quanto sono le stesse aziende televisive (per lo più cinesi) che detengono i diritti a diffondere le trasmissioni usando Internet come canale d’irradiazione dopo avere trasformato le immagini e l’audio in pacchetti dati che possono essere diffusi sulla Rete. Unico requisito della televisione via Web è la disponibilità di un collegamento a banda larga: per vedere le trasmissioni attraverso il computer è necessario che la propria velocità di connessione a Internet sia buona. L’Isdn e la linea analogica, quindi, sono assolutamente sconsigliate, mentre è necessario disporre dell’Adsl o di una linea in fibra ottica.
Un problema di linguaIl problema principale della Tv via Internet, soprattutto della trasmissione in diretta degli eventi sportivi, è dovuto al fatto che i software con i quali si vedono le trasmissioni hanno interfacce non proprio semplici. La difficoltà maggiore è rappresentata dalla presenza di pulsanti, funzioni e strumenti di lavoro non tradotti: trattandosi di tecnologie per lo più “made in China”, si può subito intuire lo scotto che si rischia di pagare scontrandosi con ideogrammi al posto delle classiche voci dei menù. Ultimamente si sta però notando un fenomeno positivo in questo senso: la traduzione delle interfacce in lingua inglese e francese. Qualche utente, per passione, sta iniziando anche a mettere a disposizione della comunità degli utilizzatori alcune patch (aggiornamenti) che consentono la traduzione dell’interfaccia in italiano. Oltre a questo, alcuni produttori di software iniziano a proporre un’interfaccia nativa almeno in lingua inglese, consci del fatto che, nel caso per esempio del Continente cinese, la presenza di lingue e dialetti diversi può rappresentare un problema nella diffusione di queste tecnologie.
{mospagebreak title=Streaming o peer to peer?}
Streaming o peer to peer?Le tecnologie di riferimento per la trasmissione di contenuti audio-video in Rete sono due. Lo streaming è famoso e utilizzato da più tempo nella diffusione dei contenuti multimediali sia gratuiti sia a pagamento e prevede la presenza di una fonte (solitamente in batteria), i server di streaming, che diffonde il segnale a tutti gli utenti (i client) che ne fanno richiesta. L’utente finale ha bisogno di un particolare e specifico programma per la ricezione della trasmissione dati, che può essere di file o live. Proprio per la sua struttura, lo streaming classico richiede però una serie di prerequisiti per chiunque voglia creare una fonte di contenuti multimediali fruibili in Rete:
1 un server potente, in quanto il sistema d’irradiazione, quindi il computer o la batteria di computer che diffondono i contenuti, deve essere in grado di gestire un notevole numero di richieste. La struttura hardware necessaria deve essere di assoluta eccellenza visto che è anche necessario codificare un segnale audio-video classico (la trasmissione televisiva) in modo che sia trasmesso in Rete. Quest’operazione richiede una grande potenza di calcolo;
2 una notevole quantità di banda perché, visto il traffico che si genera, la linea di connessione a Internet della fonte deve essere più che buona. Il rischio, infatti, è che un rallentamento eccessivo dovuto a mancanza di capacità trasmissiva infici e renda inutile l’investimento tecnologico “a monte” (il sistema di streaming) o che mostri ai client un contenuto non costante e un servizio di scarsa qualità;
3 un software di codifica e di streaming dai costi elevati, nell’ordine delle decine di migliaia di euro, che vanno a sommarsi ai prezzi dell’hardware e della rete. Sono disponibili soluzioni gratuite, soprattutto nel mondo Linux (www.linux.org ) e Creative Commons (www.creativecommons.org ), ma sono ancora poco utilizzate. Il cosiddetto peer to peer streaming risolve questi problemi, introducendo un’importante novità. A differenza dei classici sistemi di streaming basati sul concetto di client-server, con questa tecnologia ogni nodo rappresenta un viewer, un visualizzatore del contenuto multimediale, ma anche un server. Più nodi sono attivi più utenti vedono un determinato canale, migliore è la qualità del flusso finale. Questo risolve i problemi di accentramento della trasmissione e, quindi, i costi d’infrastruttura: non sono necessari né banda né hardware di livello elevato, in quanto sono gli stessi utenti a fare da ponte alla trasmissione multimediale. Per contro, tuttavia, più nodi sono connessi più aumenta il ritardo tra il flusso iniziale e quello visualizzato. Questo fa sì che le trasmissioni in diretta giungano all’utente finale con ritardi che arrivano anche a cinque minuti. Non si tratta di un problema, a meno che non s’intenda sovrapporre un flusso video (per esempio, le immagini di una partita) con un flusso audio diverso (il commento trasmesso da una Web radio): si avrebbe un’asincronia fastidiosa con il flusso video che arriva in ritardo rispetto all’audio.
{mospagebreak title= La dotazione software}
La dotazione softwareProgrammi e siti Web dedicati al video streaming e al peer to peer streaming si sprecano: l’importante è trovare la chiave giusta per iniziare la ricerca e dotarsi dei software più adatti I programmi di video streaming rappresentano delle vere e proprie televisioni su Internet. Tutto quello di cui abbiamo bisogno, quindi, è il software adatto e la guida ai programmi, ovvero l’elenco ordinato delle trasmissioni sulle Internet Tv. Cominciamo ad analizzare i software disponibili.
COOLSTREAMING MEDIACENTERTipo: freeware
Lingua: italiano
Indirizzo:
www.coolstreaming.usCoolstreaming è stato il primo grande programma in grado di sfruttare le Internet Tv. Nel corso del 2004 e del 2005 questo software ha permesso a molti navigatori di scoprire le potenzialità delle tecnologie di streaming Internet e l’ampia disponibilità di canali e offerte di contenuti provenienti dall’Estremo Oriente. Coolstreaming era un sito Web e un software. Sul primo erano pubblicati tutte le informazioni e i dettagli per usare questa particolare tecnologia, i manuali per utilizzare il programma e un frequentatissimo forum nel quale si trovavano tutti i particolari sui canali e la programmazione televisiva. Peccato che sia stato anche uno dei primi, nell’autunno del 2005, a finire indagato dalla magistratura italiana proprio a causa della diffusione illegale di contenuti protetti da privacy. Attualmente il sito “originale” (www.coolstreaming. it) reindirizza automaticamente all’indirizzo www.coolstreaming.us, sito con dominio americano (us sta per United States, Stati Uniti d’America) nel quale sono riportate le informazioni per la nuova piattaforma messa a punto da questo progetto: il Mediacenter. Si tratta di un programma studiato ad hoc per le Web Tv, una sorta di raccoglitore e di portale multimediale: a differenza dei Media Center domestici che permettono di usufruire di diverse tecnologie audiovideo fisiche esistenti sul pc, il Mediacenter di Coolstreaming consente l’accesso a risorse su Internet. Insomma, può essere classificato come un televisore virtuale nel quale si alternano le trasmissioni dei principali canali televisivi Web. L’attuale versione del Mediacenter è ancora una beta di prova, una release 0.4 lontana dal poter essere considerata una soluzione definitiva. E qualche problema si vede: spesso le indicazioni riportate sono incomplete, l’elenco dei canali non è aggiornatissimo e la visualizzazione delle trasmissioni a volte lancia programmi esterni confondendo l’utente. Il giudizio è comunque molto positivo: Mediacenter è un ottimo esperimento, utile e, in prospettiva, destinato a mostrarsi valido. Soprattutto è uno dei pochi servizi disponibile in italiano. A differenza del “primo” Coolstreaming, questaversione non punta esclusivamente sulle trasmissioni sportive ma pare, anzi, molto interessata ad altri settori. Esiste ancora la sezione Web TV-Sports ma compaiono, tra i contenuti analizzati e catalogati, anche video musicali e Web radio. Tra le emittenti coperte dal servizio ci sono La7, diversi canali Rai e una serie di televisioni gratuite nazionali ed estere. Basato su Internet Explorer, Mediacenter è un esempio di applicazione mista delle tecnologie di broadcasting e di peer to peer. Da una parte, infatti, utilizza la tecnologia di trasmissione da un server a un elenco di fonti, in streaming classico, dall’altra può connettersi ai sistemi peer to peer streaming richiamando le specifiche applicazioni. Diventa quindi una sorta di portale multimediale verso la tecnologia audio-video su Web e verso tutti i canali televisivi accessibili via Internet. Inoltre, le televisioni sono classificate e organizzate in maniera tematica e i canali sono raccolti per argomento: sport, notizie, giochi, radio, film e trailer.
www.pplive.comwww.ppstream.com cinese
www.qqlive.com cinese
www.sopcast.org inglese
www.tvants.com inglese
www.tvmix.net italiano
www.tweakmaster.comwww.cfos.comwww.raiclick.rai.ithttp://acmilan.pl